Psicologia del bambino

Con l'inizio della scolarizzazione si apre un nuovo capitolo della storia familiare pieno di aspettative e ricco dal punto di vista relazionale sia per mamma e papà, che possono confrontarsi con altri genitori, sia per il bambino.

Ora gli viene chiesto di rapportarsi con nuove figure adulte, di entrare in relazione con i coetanei, gli viene chiesto di adattarsi a nuove regole sociali ed inizia il suo percorso di crescita che lo porterà all'adolescenza fino all'età adulta.

Nella maggior parte dei casi tutto prosegue senza complicazioni ma a volte dalla scuola alcuni genitori vengono contattati con una certa frequenza.

Gli insegnanti riferiscono che il loro bambino, così tranquillo a casa, a scuola é aggressivo con i compagni, oppure in alcuni periodi é solitario e difficilmente entra in relazione con altri bambini o con gli adulti. A volte un bambino può mostrare notevole distanza dai compagni da passare il tempo del gioco a scuola disegnando o leggendo un libro, isolandosi dalla relazione tra pari. In alcuni casi questo stesso atteggiamento di chiusura può generare reazioni aggressive da parte dei compagni che, sentendosi ignorati, mettono in atto comportamenti arroganti e provocatori che rientrano negli atteggiamenti tipici del bullismo.

A volte si nota un lieve e apparentemente immotivato calo del rendimento scolastico generale, in altri casi non ci sono problemi di apprendimento ma emergono le difficoltà di relazione. Senza un opportuno aiuto si corre il rischio di classificare il bambino assegnandogli un'etichetta basata su impressioni e giudizi che spesso non corrispondono alla sua vera indole, ma si limitano a coglierne gli aspetti più esteriori, di superficie.

Il disagio è ricorrente invece in situazioni di oggettive difficoltà e disturbi di apprendimento. Non di rado infatti l’alunno che viene a trovarsi in questa situazione mette in atto comportamenti anomali di tipo reattivo (opposizione, rifiuto, aggressività o inibizione, demotivazione...). Tutto questo accade per una immediata e diretta percezione che egli ha del proprio stato, ma anche per le ripercussioni che queste difficoltà producono nell’intero sistema relazionale e di vita del soggetto, negli stessi insegnanti e soprattutto nei familiari. Si verifica una compromissione della relazione tra questo alunno e il suo ambiente, per cui il ragazzo si viene a trovare in un contesto di aspettative disattese, disorientamento, senso di colpa e inadeguatezza, frustrazione, vissute dai vari componenti (famiglia, scuola, soggetto stesso). Da qui ha origine un senso di inferiorità e insicurezza insieme ad una progressiva degradazione dell’immagine di sé, come effetto degli insuccessi ripetuti e delle conseguenti disapprovazioni, esplicite o implicite, degli altri, che non fa che influire maggiormente sulle già presenti difficoltà. E' evidente il carattere complesso e circolare del fenomeno del disagio scolastico, che spesso rischia di divenire disagio a più livelli: affettivo, relazionale, psicologico. Un’attenta opera di screening precoce (sia relativamente a difficoltà/disturbi dell’apprendimento che a situazioni a rischio disagio) e di prevenzione assume dunque una valenza fondamentale.